La quattordicesima lettera

La quattordicesima lettera
Claire Evans

Neri Pozza, pubblicato nel 18 giugno 2020
448 Pagine

"Un giovane avvocato ingenuo e maldestro;
un'ispettore di polizia caparbio e preciso;
una ragazza americana in fuga dal passato.
Cosa lega questi tre personaggi all'omicidio di Pheobe Stanbury?"


Siamo alla fine del 1800, e nella Londra vittoriana si sta svolgendo la festa di fidanzamento di Phoebe Stanbury e Benjamin Raycraft. I Raycraft sono una famiglia facoltosa, e Phoebe sa che sta per fare un salto di qualità. Il clima è armonioso, sono tutti lì ad assistere al sigillo di un'amore quando fa irruzione un uomo, nudo, sporco di fango e con un tatuaggio particolare che ritrae cerchi concentrici. L'uomo si getta su Phoebe e le taglia la gola, a sangue freddo.
La copertina del romanzo, che ricorda proprio il tatuaggio che aveva l'assassino di Phoebe, è davvero un'opera d'arte, e parte integrante della storia.

Poco dopo.
William è un giovane e ambizioso ragazzo che vuole diventare socio dell'avvocato Bridge. Si reca al posto del suo capo a fare visita ad Habborlain, un cliente seguito fino ad allora solo da Bridge. Dopo la visita William riporta a Bridge le frasi strane che Habborlain gli ha detto, e un attimo dopo Bridge si suicida. Si è ucciso con un colpo di pistola, proprio davanti a William, ma prima di farlo gli consegna un cofanetto di legno decorato proprio con cerchi concentrici a ricordare la forma di un fiore, e gli dice di mettersi in salvo. Ma da chi o cosa?

Se avete intenzione di leggere La quattordicesima lettera, dimenticatevi della frase scritta nel retro di copertina, che paragona Le sette morti di Evelyn Hardcastle al romanzo. Personalmente non li ho trovati simili, la trama è diversa, il suo svolgimento anche, e anche i personaggi si differenziano molto. Forse però, si può ritrovare ne La quattordicesima lettera un'atmosfera e un ritmo simile.
Dovrete avere molta pazienza, perché all'inizio potrà non essere chiaro tutto quello che leggerete, ma poi l'autrice chiuderà il cerchio.
Ho trovato l'andamento con cui procede la storia lento, anche se la capacità di scrittura notevole dell'autrice, da cui mi sono fatta trascinare, mi ha fatto a tratti dimenticare che non si stava arrivando al focus del romanzo. L'ambientazione della Londra vittoriana è sempre una scelta vincente, io per prima ne subisco il fascino, ed è un'epoca che si presra facilmente a trame di questo tipo, scure, ombrose.

Per tutta la durata della lettura mi sono chiesta per quale motivo Phoebe sia dovuta morire, la risposta l'avremo dopo aver assistito a tutte le avvenutre che l'autrice fa fare ai personaggi, solo nell'ultimissima parte del romanzo.
In generale, l'omicidio della giovane Phoebe viene lasciato sullo sfondo, ma mai abbandonato, lasciando spazio alle vicende di William, Harry, Savannah, i Raycraft e tanti altri individui.

I personaggi principali non sono molti, ma sono contornati da altre figure da tenere a mente e, personalmente, credo che siano un pezzo forte del romanzo. Non sono banali, sono ricercati, un po' strani, a tratti folli e, nel complesso, ci troviamo di fronte a una serie di caratteristiche che, seppur comuni, sono agglomerate in modo da farli risultare unici.

La quattordicesima lettera
Claire Evans

Neri Pozza, pubblicato nel 18 giugno 2020
448 Pagine

"Un giovane avvocato ingenuo e maldestro;
un'ispettore di polizia caparbio e preciso;
una ragazza americana in fuga dal passato.
Cosa lega questi tre personaggi all'omicidio di Pheobe Stanbury?"


Siamo alla fine del 1800, e nella Londra vittoriana si sta svolgendo la festa di fidanzamento di Phoebe Stanbury e Benjamin Raycraft. I Raycraft sono una famiglia facoltosa, e Phoebe sa che sta per fare un salto di qualità. Il clima è armonioso, sono tutti lì ad assistere al sigillo di un'amore quando fa irruzione un uomo, nudo, sporco di fango e con un tatuaggio particolare che ritrae cerchi concentrici. L'uomo si getta su Phoebe e le taglia la gola, a sangue freddo.
La copertina del romanzo, che ricorda proprio il tatuaggio che aveva l'assassino di Phoebe, è davvero un'opera d'arte, e parte integrante della storia.

Poco dopo.
William è un giovane e ambizioso ragazzo che vuole diventare socio dell'avvocato Bridge. Si reca al posto del suo capo a fare visita ad Habborlain, un cliente seguito fino ad allora solo da Bridge. Dopo la visita William riporta a Bridge le frasi strane che Habborlain gli ha detto, e un attimo dopo Bridge si suicida. Si è ucciso con un colpo di pistola, proprio davanti a William, ma prima di farlo gli consegna un cofanetto di legno decorato proprio con cerchi concentrici a ricordare la forma di un fiore, e gli dice di mettersi in salvo. Ma da chi o cosa?

Se avete intenzione di leggere La quattordicesima lettera, dimenticatevi della frase scritta nel retro di copertina, che paragona Le sette morti di Evelyn Hardcastle al romanzo. Personalmente non li ho trovati simili, la trama è diversa, il suo svolgimento anche, e anche i personaggi si differenziano molto. Forse però, si può ritrovare ne La quattordicesima lettera un'atmosfera e un ritmo simile.
Dovrete avere molta pazienza, perché all'inizio potrà non essere chiaro tutto quello che leggerete, ma poi l'autrice chiuderà il cerchio.
Ho trovato l'andamento con cui procede la storia lento, anche se la capacità di scrittura notevole dell'autrice, da cui mi sono fatta trascinare, mi ha fatto a tratti dimenticare che non si stava arrivando al focus del romanzo. L'ambientazione della Londra vittoriana è sempre una scelta vincente, io per prima ne subisco il fascino, ed è un'epoca che si presra facilmente a trame di questo tipo, scure, ombrose.

Per tutta la durata della lettura mi sono chiesta per quale motivo Phoebe sia dovuta morire, la risposta l'avremo dopo aver assistito a tutte le avvenutre che l'autrice fa fare ai personaggi, solo nell'ultimissima parte del romanzo.
In generale, l'omicidio della giovane Phoebe viene lasciato sullo sfondo, ma mai abbandonato, lasciando spazio alle vicende di William, Harry, Savannah, i Raycraft e tanti altri individui.

I personaggi principali non sono molti, ma sono contornati da altre figure da tenere a mente e, personalmente, credo che siano un pezzo forte del romanzo. Non sono banali, sono ricercati, un po' strani, a tratti folli e, nel complesso, ci troviamo di fronte a una serie di caratteristiche che, seppur comuni, sono agglomerate in modo da farli risultare unici.
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